Sistemi innovativi di gestione delle acque piovane permetteranno la conservazione dell’ambiente e delle attività economiche nelle zone costiere, minacciate dal cambiamento climatico e dal fenomeno della risalita del cuneo salino: questo quanto realizzato dopo 3 anni di sperimentazione presso l’azienda pilota e dimostrativa di “Veneto Agricoltura” a Vallevecchia di Caorle, nel veneziano,  grazie al progetto europeo Waterstore2, sostenuto dalla Regione Veneto e cofinanziato dall’Unione Europea. Se ne è parlato nel corso di un convegno svoltosi  nella sala conferenze del Padiglione Expo Venice a Marghera.

Si è dimostrato che è possibile  sviluppare un’agricoltura multifunzionale, capace di ottimizzare l’uso dell’acqua, salvaguardare l’ambiente e accumulare risorsa idrica, utilizzabile anche per altri settori come, ad esempio, il turismo.

Un’idea che secondo Andrea Crestani, direttore ANBI Veneto (l’unione regionale Consorzi Gestione Tutela Territorio e Acque Irrigue), può essere replicata dai consorzi di bonifica.

“La natura partecipativa e collettiva dei consorzi può facilitare l’applicazione su piccola e media scala del sistema attraverso la gestione a micro distretti e lo stretto rapporto con le imprese agricole. Attraverso conoscenza puntuale dei sistemi idrografici minori e delle aree a rischio in rapporto anche alle reti interaziendali ed aziendali – afferma Crestani - è possibile pianificare e mettere in atto una progettualità esecutiva per l’automazione del sistema.”

L’investimento, cofinanziato dalla Unione Europea nell’ambito del programma  Life+, è stato di 1,5 milioni di euro. Il progetto, coordinato da “Veneto Agricoltura”, ha dimostrato che è possibile tutelare  la biodiversità dell’area e sovrintendere alla gestione dell’acqua, attraverso un sofisticato e innovativo sistema di controllo automatico della gestione idrica. Sono stati sviluppati software specifici, adatti per il monitoraggio dei parametri agronomici, ambientali ed economici, con l'obiettivo di valutare le prestazione del nuovo sistema. Le acque dolci ottenute dal recupero sono utilizzabili sia ai fini agricoli, sia per quelli turistici e ambientali.  

 

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